A partire da questa settimana la Untraditional Academy è felice di ospitare il dibattito aperto e non convenzionale su alcuni specifici Temi Che Non Temo. La dottoressa Sara Pieri, psicologa e psicoterapeuta, approfondirà il tema della vergogna, che ha a che fare con il nostro stile ma anche (soprattutto) con le nostre emozioni più profonde.
Alessandra Di Matteo
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Quante volte, quando dobbiamo scegliere cosa indossare, ci fermiamo davanti all’armadio aperto pensando:
Adesso cosa mi metto?
Non mi sta bene niente.
Non mi piaccio per niente.
Scrutiamo e studiamo attentamente il nostro ampissimo guardaroba fino a che lo vediamo. Eccolo lì. Il solito capo che scegliamo tutti i giorni, o almeno nelle occasioni in cui abbiamo paura di sbagliare. Sì esatto, sbagliare. Paura di andare fuori dagli schemi. Paura che quella maglietta sia troppo scollata, che quel vestito sia troppo aderente, che quel colore sia troppo acceso.
Mi è capitato spesso di pesare: mi metto il nero, così sono sicura.
Ma sicura di cosa?
Sicura di non apparire troppo, di non essere notata. Sicura di nascondermi bene in mezzo alla gente.
Dietro a questo atteggiamento che manifesta insicurezza, c’è un’emozione molto potente: la vergogna.
Tutt* nel corso della vita facciamo i conti con la vergogna, nei momenti più disparati: in famiglia, a scuola, con gli amici, nelle relazioni sentimentali, al lavoro, nello sport, riguardo al nostro aspetto fisico.
Provare vergogna è del tutto normale, ci aiuta a empatizzare con l’altr*, oltre ad essere una delle emozioni di base di cui è dotato l’essere umano.
È ormai assodato come l’aspetto esteriore rifletta il nostro stato interiore: avete mai osservato una persona depressa? Vi sarete certamente accort* di quanto sia trasandata, magari con i capelli sporchi, le unghie non curate, i vestiti vecchi. La trascuratezza esteriore parla di un forte disagio interiore. Quante volte, dopo una delusione in amore o una “giornata no” avremmo solo voglia di nasconderci dal Mondo, magari con il nostro pigiama di pile o la nostra tuta calda? Per non parlare del trucco, non ne vogliamo assolutamente sapere.
La vergogna ha molto a che fare con il desiderio di nasconderci.
Pensiamo a quando vediamo un*amic* indossare un outfit colorato. A me non sta bene – e inneschiamo il confronto.
Il punto è: perché tu non dovresti essere all’altezza di indossare quel colore?
Perché un nucleo importante della vergogna è proprio questo: il sentimento di indegnità.
Mi sento indegn* di essere osservat*, di sentirmi bell*, di valorizzare il mio corpo. Tutte queste convinzioni derivano da un mix tra le credenze popolari e il contesto culturale entro il quale siamo cresciut* (e in cui l’Italia è ancora ampiamente immersa), ma anche dalle esperienze che facciamo nel corso della vita, solitamente già dagli anni della scuola, dove il confronto con i pari è acceso e spietato. Una ragazzina o un ragazzino più insicuri ne fanno spesso le spese, in termini di autostima e immagine di sé.
Una personalità insicura si nota anche dall’atteggiamento del corpo e dall’abbigliamento: spalle ricurve, braccia conserte, sguardo basso e sfuggente, voce bassa e flebile, abiti larghi o che nascondono le forme. Tutto per nascondere la vergogna di esporsi, di mostrare la propria personalità e la propria voce al Mondo esterno. Per paura di risultare “sconfitt*” al confronto con gli altri. Solo che non ci accorgiamo che in questo modo ci auto-boicottiamo.
La vergogna è un’emozione spiacevole, a nessuno piace sentirla. Tanto che per eliminarla, la assecondiamo facendo proprio ciò che ci sussurra.
Ma sì dai, mettiti il nero, così non rischi
Lascia stare, non parlare davanti a tutti, non vorrai rischiare di fare una figuraccia
Quell’abito proprio non fa per te, meglio coprire il tuo corpo
Mi piace ricordare che, come ci racconta Brenè Brown nel suo libro I doni dell’imperfezione, il contrario della vergogna è il coraggio. Praticare il coraggio, andando contro alle vocine che ci sussurra la vergogna, è il modo più efficace per combatterla. Il più delle volte scopriremo, con una certa soddisfazione, che si sbagliava.
Alle persone che portano in seduta problematiche legate alla vergogna e ad una bassa autostima corporea, faccio spesso fare un semplice ma potente esercizio: mettiti davanti allo specchio, dopo aver fatto la doccia. Osserva il tuo corpo con attenzione, indugiando particolarmente sulle parti che non ti piacciono. Si tratta di iniziare, pian piano, a prendere confidenza con il nostro corpo e accettarlo in tutte le sue parti.
Mentre ti trovi davanti allo specchio, respira, ascolta le sensazioni che ti arrivano. Ti diranno molto di te e del rapporto con il tuo corpo.
La vergogna molto probabilmente non tarderà a comparire: restando lì a guardarti ti permetterai di darle voce e trovare risposte convincenti per abbassarla. Pian piano, un passo alla volta, alleniamo il coraggio.